A LAUDE DI CRISTO SIGNORE
DELLA SUA BEATISSIMA MADRE
E DEL SANTO DOTTORE DELLA CHIESA
LORENZO DA BRINDISI
PARONO DELLA NOSTRA PARROCCHIA

21.07.14


                                     Tela conservata nel convento cappuccino di Scorrano

San Lorenzo nacque a Brindisi nel 1559. Rimasto orfano di padre, si trasferì con la madre a Venezia, e proprio nel Veneto conobbe i Cappuccini, che in quel periodo si erano messi generosamente a servizio della Chiesa intera, per incrementare la grande riforma spirituale promossa dal Concilio di Trento.
Nel 1575 divenne frate cappuccino, e nel 1582 fu ordinato sacerdote.
Già durante gli studi ecclesiastici mostrò le eminenti qualità intellettuali di cui era dotato. Apprese facilmente le lingue antiche, quali il greco, l’ebraico e il siriaco, e quelle moderne, come il francese e il tedesco, che si aggiungevano alla conoscenza della lingua italiana e di quella latina.

Divenne così un grande predicatore. Conoscitore dell'esegesi rabbinica, era in grado di discutere della Bibbia con gli Ebrei in modo tale che gli stessi Rabbini rimanevano stupiti e ammirati, manifestandogli stima e rispetto. Lettore dei teologi sia cattolici sia protestanti, era in grado di illustrare in modo esemplare la dottrina cattolica anche ai cristiani che, soprattutto in Germania, avevano aderito alla Riforma. Con la sua esposizione chiara e pacata egli mostrava il fondamento biblico e patristico di tutti gli articoli di fede messi in discussione da Martin Lutero. Il successo di cui Lorenzo godette ci aiuta a comprendere che anche oggi, nel portare avanti con tanta speranza il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa.
Ma Lorenzo non era solo un teologo. Sapeva predicare anche ai fedeli più semplici, secondo quello che è stato un grande merito dei Cappuccini, che, nei secoli XVI e XVII, contribuirono al rinnovamento della vita cristiana penetrando in profondità nella società con la loro testimonianza di vita e il loro insegnamento.

 

San Lorenzo ebbe importanti incarichi fra i Cappuccini, di cui fu ministro generale dal 1602 al 1605. Il suo segreto era lo stesso di tutti i santi. Coltivò una vita spirituale di eccezionale fervore, dedicando molto tempo alla preghiera e in modo speciale alla celebrazione della Santa Messa, che protraeva spesso per ore, compreso e commosso nel memoriale della Passione, Morte e Risurrezione del Signore.
Proprio san Lorenzo da Brindisi ha però pure sottolineato che la preghiera è l'anima della vita cristiana non solo dei sacerdoti e religiosi ma anche dei laici. «“Oh, se considerassimo questa realtà! - esclama - Cioè che Dio è davvero presente a noi quando gli parliamo pregando; che ascolta veramente la nostra orazione, anche se noi soltanto preghiamo con il cuore e la mente. E che non solo è presente e ci ascolta, anzi può e desidera accondiscendere volentieri e con massimo piacere alle nostre domande”».
San Lorenzo da Brindisi ha svolto un'azione intensa per la pace. Sia i Sommi Pontefici sia i principi cattolici gli affidarono ripetutamente importanti missioni diplomatiche per dirimere controversie e favorire la concordia tra gli Stati europei.

San Lorenzo morì proprio durante una missione diplomatica, a Lisbona nel 1619, mentre mediava fra il re di Spagna Filippo III e i suoi sudditi napoletani. L’autorevolezza morale di cui godeva lo rendeva consigliere ricercato e ascoltato. Oggi, come ai tempi di san Lorenzo, il mondo ha tanto bisogno di pace, ha bisogno di uomini e donne pacifici e pacificatori. Tutti coloro che credono in Dio devono essere sempre sorgenti e operatori di pace.
Dottore della Chiesa, san Lorenzo ha il titolo di Doctor apostolicus, “Dottore apostolico”, perché la sua opera teologica è tutta orientata all'apostolato e alla predicazione.
Del santo di Brindisi, viene sottolineato il grande amore per la Sacra Scrittura, che sapeva ampiamente a memoria, e dalla convinzione che l’ascolto e l’accoglienza della Parola di Dio produce una trasformazione interiore che ci conduce alla santità.

Cfr. Catechesi di Papa Benedetto XVI su S. Lorenzo da Brindisi

AUTENTICARELIQUIARELIQUARIO

Racconta P. Severino Ciannella: «Verso la fine degli anni ’90, mentre ero parroco in questa nostra parrocchia di S. Lorenzo da Brindisi, venne da me una signorina che mi raccontò una bellissima storia: Padre sono una parrocchiana. Qualche tempo fa è morto un mio zio che viveva a Venezia. Tra le cose ereditate da lui, ho trovato questo oggetto che non so cosa sia.
Dalla sua borsa estrasse una antica teca e me la consegnò.
La aprii con cautela. Tra le mie mani sentivo di avere una cosa di vero e grande valore! Vidi un reliquiario in cui era scritto: dal cuore del beato Lorenzo da Brindisi, cappuccino!
Lessi l’autentica che attestava la veridicità e autenticità di quella reliquia!
Il documento porta la data del 22 aprile 1784!
Dissi alla ragazza: mi hai consegnato un vero grande tesoro!
Ora la parrocchia ha ricevuto un grande segno della benevolenza del Signore e una benedizione di San Lorenzo da Brindisi, il patrono e protettore di questa parrocchia!»

Nicolò Antonio Giustiniani
della Congregazione Cassinese  dell’Ordine di San Benedetto
Vescovo Patavino e Conte Saccense eccetera per Grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica.
A Tutti e a ciascuno che vedranno queste nostre lettere autentiche diamo la garanzia e attestiamo come a noi fu esibita una sacra particola dal cuore del Beato Lorenzo da Brindisi Sacerdote Professo dell’Ordine dei Minori Cappuccini di San Francesco prima esaminata dall’Illustrissimo e Reverendissimo Don Federico Maria Giovanelli Patriarca di Venezia, la quale, riposta in una Teca  di ottone puro, di forma ovale, munita nella parte anteriore di un unico cristallo, e chiusa con una cordicella di seta di colore rosso  e con il nostro sigillo impresso in ceralacca per la sua identità sigillata, abbiamo concesso di conservare presso di sé detta Sacra Particola, di donarla ad altri e di esporla alla pubblica venerazione dei fedeli di Cristo in qualsiasi Chiesa, Oratorio o Cappella di questa Città e Diocesi osservando tutte le cose da osservare. A testimonianza di queste cose, abbiamo ordinato queste presenti sottoscritte di mano nostra, o del D. Nostro Vicario Generale, e suggellate con il nostro Sigillo.
Dato nel Palazzo Episcopale di Padova, il giorno 22 del mese di Aprile dell’anno 1787

Nicolò Antonio, vescovo patavino                                          F. A. Prosdocimo, cancelliere

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